Le Tre Zone dell’Apprendimento
Invece di concentrarci esclusivamente sul perfezionamento di una certa pratica (nel diventare “specialisti” in un campo sempre più ristretto di attività), dovremmo dividere la nostra pratica del movimento in 3 diverse zone:
• Zona 1: apprendimento di un movimento completamente nuovo.
In questa zona, si è esposti a qualcosa di nuovo, si comincia a esplorare una nuova idea, una nuova metodologia, un nuovo movimento o una nuova soluzione. Il nostro cervello in questa fase non ha ricordo della nuova routine, ed è molto probabile che il risultato sia scarso: con la pratica è poi possibile progredire verso la zona 2.
• Zona 2: Il movimento viene assimilato/eseguito ma non è perfetto.
In questa zona si cerca di perfezionare quanto appreso nella zona precedente.
• Zona 3: il movimento diventa perfetto.
In questa zona, più che imparare, ciò che si verifica è un continuo ripetere: la routine o la skill è ormai assimilata. Si tratta quindi di renderla automatica, eliminando la necessità di prendere decisioni di continuo nell’esecuzione: pertanto si è nella fase del mantenimento.
Ad ogni zona corrisponde un diverso livello di apprendimento richiesto:
Nella zona 1 apprendiamo di più. Dobbiamo prendere decisioni consapevolmente in modo coerente e il nostro cervello sta costruendo la quantità maggiore di nuove connessioni nervose rispetto alle fasi successive. Questa è la zona del principiante, in cui si scoprono una nuova idea e un nuovo movimento e li si esplora. È quel momento in cui, facendo qualcosa che non si è mai fatto, nell’esecuzione i risultati saranno tendenzialmente scarsi.
Durante la zona 2 impariamo di meno. Abbiamo semplicemente bisogno di rafforzare, aggiornare e perfezionare le fondamenta. Il nostro cervello sta comunque costruendo nuove connessioni nervose anche in questa fase. Quando si è in questa zona non si è più principianti. Il pattern del movimento che si sta studiando è stato imparato, ma non ancora perfezionato. Ora si lavora sui dettagli e sul loro perfezionamento.
Finalmente nella zona 3, impariamo molto poco o nulla di più, senza che nuove connessioni nervose vengano costruite nel nostro cervello. Siamo nella fase di mantenimento di ciò che già sapevamo.
Nel momento in cui diventiamo esperti in un dato movimento i benefici ne vengono praticamente annullati. Diventa praticamente una routine automatica e non vi è più necessità né di “prendere decisioni” né di fare del problem solving. È giunti a questo punto che, si decide se mettere la skill in mantenimento (e quindi entrare propriamente nella zona 3) o abbandonarla del tutto.
Quello che è importante è muoversi in tutte e tre le zone: tuttavia quella che offre i maggiori benefici (non solo fisici) è la Zona 1. Questi benefici vanno oltre il miglioramento fisico, coinvolgendo l’ambito dello sviluppo cerebrale.
Sembrerebbe essere dimostrato da uno studio dell’università di Oxford, come la materia bianca del nostro cervello aumenti del 6% dopo sei settimane di pratica di una nuova “skills”. Tale sviluppo non è in ogni caso collegato alla performance, bensì semplicemente al tempo che viene dedicato all’apprendimento.
Arrivare alla zona 3 non è quindi il vero obiettivo: lo scopo sarebbe quello di continuare ad imparare nuove abilità, muovendosi.